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Tre sonate per violino e pianoforte
Lontano dalle avanguardie quanto dal verismo, Ermanno Wolf-Ferrari (Venezia, 1876-1948) ha sempre ricercato un ideale di bellezza atemporale, indipendente dalle tendenze artistiche del momento. Non era, tuttavia, un conservatore: piuttosto, la sua poetica consisteva nel rinunciare a qualsiasi astrattismo in favore di una naturalezza che riteneva perduta nei compositori suoi contemporanei.
Se le opere liriche di Wolf-Ferrari continuano a essere rappresentate nei teatri di tutto il mondo, la sua musica strumentale è stata a lungo dimenticata. Questo volume intende recuperare il valore estetico di un repertorio di pregio e singolare bellezza.
La Sonata per violino e pianoforte in sol minore op. 1 (1895) inaugura il catalogo di Wolf-Ferrari con atmosfere brahmsiane e una teatrale alternanza di momenti lirici ad altri impetuosi e solenni. La Sonata per violino e pianoforte in la minore op. 10 (1901), originale fin dalla struttura in due tempi, evoca atmosfere austere, quasi religiose, con un linguaggio insolitamente moderno. Più distante dalle prime due, la Sonata per violino e pianoforte in mi maggiore op. 27 (1943) presenta un carattere meno appassionato ma più disinvolto e frizzante.
As far from the avant-garde as from verismo, Ermanno Wolf-Ferrari (Venice, 1876-1948) always sought an ideal of timeless beauty, independent of the artistic trends of the moment. He was not, however, a conservative: rather, his poetics consisted in renouncing abstractionism in favor of a naturalness that he believed had been lost in the work of his contemporaries.
While Wolf-Ferrari’s operas continue to be performed in theaters around the world, his instrumental music has long been forgotten. This series aims to recover the aesthetic merit of a valuable and particularly beautiful repertoire.
The Sonata for Violin and Piano in G minor, Op. 1 (1895) inaugurates Wolf-Ferrari’s catalogue with Brahmsian atmospheres and a theatrical alternation of lyricism with moments of both impetuousness and solemnity. The Sonata for Violin and Piano in A minor, Op. 10 (1901), already original in its structure of just two movements, evokes an austere, almost religious mood with an unusually modern language. More distant from the first two, the Sonata for Violin and Piano in E major, Op. 27 (1943) presents a less passionate and more casual, sparkling character.